Africa, Brasile e Londra, così gli studi crescono all’estero

Il 2013 che si è da poco concluso è stato un anno di ristrettezze economiche anche per gli studi legali. E un indicatore di questa ridimensionamento è che sono stati pochi gli studi che si sono «concessi» l’apertura di una nuova sede all’estero. Alcuni hanno preferito, invece, servir- si di partnership con i professionisti già presenti nei territori di loro interesse, in modo tale da contenere parte dei costi e godere di una clientela già strutturata. Altri, invece, quest’anno si sono fermati e hanno preferito concentrarsi sulle realtà già esistenti, senza esplorarne  altre.
Chi ha deciso di muoversi lo ha fatto privilegiando i paesi in via di sviluppo. L’Africa è stata la più ricercata, seguita dall’Asia con Hong Kong e Singapore in prima linea. La vecchia Europa attira molto meno, se non fosse per l’eterno fascino finanziario di cui la City di Londra continua a splendere. 

Hogan Lovells punta su Brasile e Africa
Fra le law firm internazionali sbarcate in altri paesi spicca Hogan Lovells, che nell’ultimo anno ha aperto due nuovi studi e siglato una partnership in Sudafrica. Le nuove sedi sono rispettiva- mente a Rio de Janeiro e in Lussemburgo. L’apertura della sede brasiliana è una conferma della crescita del- lo studio in America Latina, dove era già presente con l’ufficio di Caracas, con il ruolo di «Foreign Legal Consultancy» assistendo clienti brasiliani presenti con il loro business in Brasile e America Latina e imprese straniere che si affacciano a questi mercati.
«L’apertura dello studio di Rio de Janeiro ha costituito un passaggio cruciale e indispensabile considerando la rapidità con cui il mercato brasiliano sta crescendo e l’expertise già acquisita da lunga data su questo mercato», spiegano dalla sede italiana dello studio, alla cui guida, a Milano, c’è Marco Rota Candiani. «Nel paese esistono importanti opportunità a lungo termine in settori come le infrastrutture e l’energia, che da sempre costituiscono settori di eccellenza per lo studio. L’ufficio di Rio è una pietra angolare, fondamentale per
assistere i nostri clienti in Brasile e in America Latina tanto in operazioni societarie transfrontaliere quanto sul lato della finanza, degli investimenti e del commercio internazionale, nonché sugli arbitrati internazionali e sulle questioni di diritto della concorrenza e dell’antitrust».
Anche il Lussemburgo sta diventando una giurisdizione sempre più importante per gli studi legali d’affari, in particolare nel settore dei fondi d’investimento. Per anni questo paese ha rappresentato uno sbocco naturale per la strutturazione dei fondi di investi- mento regolamentati,  come gli Ucits e quelli alternativi. Inoltre, il paese offre un contesto legale e regolatorio di forte stabilità e, al contempo,   caratteristiche  uniche di flessibilità, come la posizione  geografica  strategica e una presenza sul  territorio di personale altamente qualificato e con specifiche competenze. Infine, con l’adozione della Alternative investment fund managers directive (Aifmd), il Lussemburgo diventerà sempre più appetibile per i gestori di fondi di investimento alternativi che vogliano ac- crescere o creare la propria
offerta di prodotti. «Il nuovo ufficio ci permette di offrire ai clienti una sempre maggiore competenza in questo settore ed è anche di fondamentale importanza per tutta una serie di altre practice: corporate, real estate, private equity e tax» dicono da Hogan Lovells.
Lo studio ha da poco siglato anche  un accordo di unione con uno dei principali studi legali sudafricani Routledge Modise che conta, nella sede di Johannesburg, 120 professionisti (i soci sono 40) e si occupa prevalentemente di Corporate m&a, diritto commerciale, contenzioso, mining e diritto del lavoro. L’unione prevede il rebranding dello studio Routledge Modise sotto l’egida Hogan Lovells, nel corso dei primi mesi del 2014.
La presenza in Africa è per la law firm d’importanza strategica, considerando ad esempio, che gran parte dei 200 suoi top clients ha attività nel continente africano. La motivazione principale che ha spinto lo studio d’affari a scegliere un accordo di unione con uno studio sudafricano già presente ed affermato sul territorio,  piuttosto  che aprire una sede ex novo, è stata quella di voler avere, fin da subito, una capacità di assistere i clienti sia in operazioni straordinarie, sia nel day by day. La strategia è stata confermata anche da un’analisi di mercato, che ha verificato che la presenza di un ufficio satellite, di piccole o medie dimensioni, non avrebbe avuto un successo paritetico in questo mercato.
Le ingenti risorse naturali dell’Africa, la presenza di economie in espansione e il crescente numero di consumatori suscitano un interesse sempre maggiore per le società e per gli investitori internazionali. Il Sudafrica è il più grande, nonché il più strutturato, mercato dell’area subsahariana ed è considerato la porta di accesso per questa regione, numerose società scelgono infatti quell’area per le loro sedi locali, in particolar modo Johannesburg.

Eversheds Bianchini va in Sudafrica
Anche Eversheds Bianchini sta espandendo la sua presenza nel continente africano. Lo studio ha appena avviato una collaborazione con Mahons Attorneys in Sudafrica, con uffici a Johannesburg, Città del Capo e Port Louis nelle Mauritius. Questo territorio rappresenta un mercato importante per il settore legale e per diversi clienti dello studio. «Il Sudafrica funge peraltro da paese di sbocco commerciale per numerosi soggetti che operano nel continente. In termini di settori, quello energetico, minerario, dei beni di consumo, retail e trasporti svolgono un ruolo importante in Africa. Abbiamo clienti in Asia, Medio Oriente, Europa e Stati Uniti, ai quali si è ultimamente aggiunto l’ufficio nelle Mauritius, nell’Oceano Indiano», sottolinea il managing partner italiano Giuseppe Celli.
Oggi Eversheds è l’unico studio legale internazionale presente in Tunisia e nelle Mauritius. Contestualmente all’accordo con lo studio sudafricano, infatti, la law firm internazionale ne ha siglato un altro con El Heni, studio legale radicato e in continua crescita sul mercato tunisino, che diventa così l’ufficio della firm in Tunisia assumendo la nuova denominazione Eversheds El Heni.
Entrambe le collaborazioni rientrano a pieno nella strategia panafricana di Eversheds, annunciata ai primi di ottobre, che prevede l’apertura nei prossimi mesi di altri uffici in mercati chiave come Marocco, Ghana e Kenya. Lo studio ha inoltre presentato l’Eversheds African Law Institute (Eali), che creerà una realtà unica nella regione, consentendo agli studi legali affiliati in Africa di accedere a programmi di formazione e condivisione di conoscenze, promuovendo così opportunità a livello regionale e internazionale.

Anche gli italiani si aprono sempre più al mondo
La via delle partnership con studi già presenti sul territorio offre una possibilità di internazionalizzazione anche agli studi emergenti e non troppo grandi, che in questo modo riescono a mettere un piede all’estero senza dover sostenere costi per loro proibitivi e rischiosi. È il caso dello Studio Spadafora De Rosa, una realtà ancora molto giovane ma proiettata all’internazionalizzazione come ha sottolineato il fondatore Nicola Spadafora: «L’età media dei nostri 60 professionisti è di 30 anni, nell’ultimo anno abbiamo consolidato delle collaborazioni con studi già presenti a Mosca, in Cina, in Sudafrica a Dubai, in Etiopia e Angola. Nella scelta dei paesi su cui investire abbiamo deciso di puntare sulle realtà emergenti. L’Africa in primis, visto che viaggia con incremento del Pil tra il 6% e il 10% annuo negli ultimi 5 anni e possiede materie prime e ricchezze difficilmente reperibili altrove. Puntiamo ad an- dare dove non sono ancora arrivati gli altri, dobbiamo essere i primi».
Ha deciso di aprire in Marocco invece Lexjus Sinacta, lo scorso giugno dallo studio era stata infatti annunciata l’apertura di una nuova sede a Casablanca. Sempre una partnership con uno studio locale la Benzakour Law Firm. L’ufficio, il decimo del network italiano, sarà coordinato da Claudio Perrella, promotore di Meditlegal, network di studi legali nell’aerea del Mediterraneo e del Golfo, e da Lorenzo Ascanio, docente di diritto e civiltà islamica presso la Facoltà di Scienze Politiche presso l’Università Cà Foscari di Venezia.
Anche l’Asia continua ad avere i suoi estimatori. Lo studio Mercanti Dorio e Associati per esempio nel 2013 ha iniziato una collaborazione con lo studio cinese Yingle, presente a Pechino e Shanghai ma anche in molte città di seconda e terza fascia, dove la presenza di studi internazionali è molto rara e dove è quindi possibile assistere, insieme ai legali cinesi, sia imprese italiane che fanno affari in loco, sia imprese cinesi intenzionate a internazionalizzare il proprio business.
«La collaborazione con uno studio cinese  garantisce la  possibilità  di entrare in contatto e comunicare al meglio le istituzioni e il mondo degli affari locale, cosa che sarebbe difficile per uno studio straniero che operasse in modo autonomo», sottolinea il  salary partner di Mercanti Dorio, Roberto Luzi Crivellini  «La strategia internazionale è quella di avere una presenza diretta in alcuni mercati chiave per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, iniziando  con la Cina.
Lo studio ha poi stretto un rapporto con uno studio in Brasile, creando un desk Italia, e prossimamente farà lo stesso con il Messico e la Turchia. I vantaggi che ci attendiamo sono di riuscire a seguire i clienti sia in Italia che direttamente nei mercati stranieri, in Cina i professionisti si occupano di un lavoro di liason con i clienti italiani, opera- no come «mediatori culturali» in team con i legali cinesi e incontrano clienti cinesi, attuali e potenziali, interessati a servizi in Italia».
Blb studio Legale ha invece aperto da poco un desk asiatico con sede a Hong Kong coordinato dagli avvocati Alessandro Benedetti e Silvano Lorusso: «La Cina è un paese che ci ha sempre affascinato. Abbiamo cominciato a lavorarci quasi 10 anni fa, prima ancora della costituzione di Blb Studio Legale accrescendo via via la nostra rete di rapporti professionali e di amicizia. Abbiamo pensato, poi, che questo fosse il momento per consolidare la nostra presenza in loco e di renderla riconoscibile anche a chi ancora non è nostro cliente. L’apertura dell’Asian Desk era nell’aria almeno da almeno due anni. Il nostro Studio, che vuole caratterizzarsi per essere rapido ed efficiente nel feedback verso i clienti ma molto flessibile nei costi, ha da sempre pensato a livello globale (Spagna e Uk, Usa, con cui ultimamente stiamo lavorando sempre di più, e ora Asia). Le relazioni internazionali che nel tempo abbiamo stabilito e la struttura agile che abbiamo dato alla nostra organizzazione ci consentono di lavorare facendo sempre «squadra» la nostra clientela. Inoltre, va sottolineato a questo proposito che stiamo già lavorando per la creazione di un piccolo gruppo di lavoro anche in medio oriente», fanno sapere dallo studio.
Lo scorso mese di maggio anche  lo  studio  legale  internazionale  Simmons & Simmons
ha   annunciato l’apertura  di  un nuovo ufficio asiatico, questa volta a Singapore. Si tratta del quinto ufficio del network legale in  Asia  dopo  Pechino, Hong Kong, Shanghai e Tokyo.
L’apertura è stata conseguente all’ottenimento della licenza a operare a Singapore da parte dell’Attorney General’s Chambers (Agc). La possibilità  di  aprire  in questo paese, come in molti altri paesi asiatici, è infatti sottoposta all’ottenimento di una specifica licenza ad operare. «La nostra espansione fa parte di un una più ampia strategia volta a soddisfare l’esigenza di clienti sempre più internazionali, per una consulenza di alta qualità nella aree di maggiore crescita economica», commenta Michele Citarella country head  di  Simmons  &  Simmons in Italia. «Lo studio italiano beneficerà di questa nuova apertura asiatica potendo fornire un supporto ancora più qualificato a tutti i clienti che guardano all’internazionalizzazione per far crescere le proprie realtà aziendali», Lo stesso studio aveva aperto a marzo anche una nuova sede europea, a Monaco in Germania.

Londra resta in testa alle preferenze
In Europa però, quest’anno Londra ha fatto da padrona.
Hanno aperto una sede nella capitale del Regno Unito sia lo studio Help Persiani che Legance. «Abbiamo scelto Londra soprattutto per l’opportunità che ha, in qualità di hub ormai mondiale, di attrarre investimenti e operazioni cross border e per il suo ruolo nel panorama fi nanziario, industriale e imprenditoriale », spiegano Marco Gubitosi, resident partner di Legance a Londra, e Bruno Bartocci, tra i soci fondatori che si occuperà anche della sede di Londra. «Londra è un importante centro per gli investimenti provenienti non solo dall’Europa, ma anche dall’America sia del Nord, sia del Sud, dall’Asia, dall’Estremo e Medio oriente e dall’Africa. Abbiamo già notato un aumento delle opportunità professionali e lavorative».