La Commissione Europea vara il nuovo piano per le start-up

In occasione del summit Europa2020, tenutosi a Bruxelles lo scorso 22 maggio 2014, è stato ufficialmente presentato il nuovo programma Start-up Europe Partnership (SEP) avente ad oggetto lo sviluppo e la crescita delle start-up made in UE. La piattaforma coordinata dalla società italo-americana “Mind the Bridge” e supportata dalla fondazione inglese per l’innovazione “Nesta” nonché dal campus per start-up e tech-companies “The Factory” con sede a Berlino, ha lo scopo di aiutare le nuove imprese ad acquisire mercato a livello globale, sostenendo la cosiddetta scalata economico-industriale delle stesse start-up nate nel settore delle nuove tecnologie e dotate di un sufficiente bagaglio professionale per tentare l’ascesa internazionale.

Il citato programma prende le mosse dai dati provenienti dal mercato reale, in virtù dei quali il vecchio continente vede ancora le proprie società in uno stato di netta inferiorità rispetto a quelle del sistema statunitense. Al fine di colmare questo gap esistente, negli scorsi anni la Commissione Europea varava il piano d’azione “Entrepreneurship 2020 Action Plan” ed il SEP, lanciato nei giorni scorsi, si inserisce appunto nel ventaglio di misure previste dallo stesso organo europeo. Gli obiettivi prefissati all’interno del più generale piano “Start-up Europe” prevedono, infatti, il raggiungimento di un maggior collegamento tra i diversi soggetti del panorama imprenditoriale al fine di adiuvare la crescita delle nuove società. Sempre al fine di favorire l’internazionalizzazione vi sono i programmi, come quello oggetto del presente studio, che promuovono lo sviluppo economico delle nuove imprese facilitando l’accesso ai fondi sia privati sia europei – a tal riguardo si ricorda il programma di finanziamento Horizon2020 – ed, infine, con l’intento di ispirare gli investitori ed gli ideatori, i maggiori organi europei presentano un modello di esempio imprenditoriale.

Nel dettaglio, il SEP è stato introdotto per implementare il manifesto delle start-up, il quale ha come obiettivi il rafforzamento della formazione necessaria in campo digitale e delle competenze tra i giovani, l’ampliamento dell’ingresso di talenti ed il mantenimento degli attuali, la facilitazione dell’accesso al capitale ed, infine, la modernizzazione della politica dei dati, della protezione e della privacy.

All’interno del sopra descritto panorama di riferimento, la piattaforma coordinata dalla Mind the Bridge è stata creata, come chiarito anche dello dallo stesso Chairman della fondazione, Alberto Onetti, con l’obbiettivo di “sostenere la crescita delle migliori start-up europee” attraverso delle attività di matching, mapping e sharing. L’idea è quella di creare una serie di eventi a cui partecipino, da un lato, le start-up e, dall’altro, società di grandi dimensioni e altri potenziali investitori. L’incontro di queste due realtà - matching -, il libero confronto tra le stesse, sempre coordinato e favorito da esperti delle istituzioni europee, rappresentano un’opportunità di promozione della propria idea nonché di potenziale sviluppo ed industrializzazione della stessa.

La seconda maggiore attività prevista dal SEP è la cosiddetta mappatura delle start-up di successo – mapping. La Commissione intende tenere sotto controllo i progetti pubblicizzando e raccontando le storie delle piccole aziende che sono riuscite a svilupparsi fino ad entrare nel mercato globale, così da incentivare le altre ad aprirsi al mondo degli investitori intenzionali. In aggiunta, quest’attenzione alla distribuzione geografica delle start-up sul territorio europeo consentirà alle istituzioni europee di monitorare l’attuazione del programma nei diversi Stati Membri e di adottare, se del caso, incentivi ed operazioni mirate al fine di riequilibrare le differenze vigenti fra i diversi Paesi.

Infine, il SEP promuove lo sharing ossia, sempre nell’ottica dell’obiettivo sopracitato di allineare lo sviluppo economico- industriale dei molteplici Stati europei e di ridurre le discrepanze culturali esistenti, le start-up che hanno avuto successo metteranno le loro conoscenze e le competenze acquisite a disposizione delle “colleghe” che intendono internazionalizzarsi e iniziare a confrontarsi con il mercato internazionale, raccontando a quest’ultime le loro best practice che gli hanno permesso appunto di diventare leader all’interno del panorama economico mondiale.

Questa profonda cooperazione e collaborazione tra i diversi attori del mercato porterà, almeno nell’idea della Commissione, allo sviluppo industriale delle start-up

tecnologiche europee le quali, attraverso un lungo processo di industrializzazione, supportato anche economicamente dalle istituzioni europee, potranno arrivare a competere con le maggiori concorrenti d’oltre oceano riducendo quel gap che caratterizza la situazione odierna e che vede un numero molto ristretto di società appartenenti al vecchio continente imporsi come leaders del settore rispetto alle molteplici colleghe statunitensi. In aggiunta, la Vice Presidente della Commissione europea, nonché responsabile della Digital Agenda, in occasione del summit Europa2020 ha evidenziato come le start-up siano capaci di innovare e creare posti di lavoro come nessun altro, per cui aiutarle a competere sul mercato globale “rompendo il vetro che le separa dal successo” darebbe una forte spinta all’economia stagnante, anche nell’ottica di una più celere e solida ripresa.

Avv. Nicolino Gentile Dott.ssa Federica Baccigalupi

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