La Cina regolamenta la gestione delle ONG internazionali

Lo scorso 1 gennaio è entrata in vigore la nuova legge che regola la gestione delle organizzazioni non governative (ONG) di origine straniera operanti nel territorio cinese.

La nuova normativa prevede una distinzione tra le ONG che vogliono stabilire un ufficio di rappresentanza e quelle che vogliono svolgere solamente attività temporanee. Le prime necessitano l’approvazione da parte di un’unità di Supervisione Professionale (PSU) e devono registrarsi presso un ufficio del Ministero di Pubblica Sicurezza. Nel caso di attività temporanea, invece, è previsto un procedimento semplificato che non necessita dell’approvazione degli uffici di pubblica sicurezza, infatti, la nuova legge stabilisce che l’ONG deve trovare un partner cinese a cui affidarsi e compilare dei moduli per informare gli uffici di pubblica sicurezza circa le attività che verranno svolte.

La legge consentirà alle ONG internazionali di operare in quelle specifiche aree idonee ad apportare benefici al welfare cinese, in particolare tra queste vi rientrano l’istruzione, scienza, tecnologia e riduzione della povertà.

È fatto assoluto divieto per le ONG internazionali rappresentare un pericolo per la sicurezza e l’unità nazionale, per tale motivo non sono esercitabili attività riguardanti diritti civili e politici, ritenute potenzialmente pericolose dal governo cinese. Inoltre sono da ritenere vietate le attività di raccolta fondi nel territorio cinese e tutte le altre attività di stampo politico.

Infine, la regolamentazione della gestione delle ONG internazionali, come ribadito dal governo, è indirizzata a colmare una lacuna legislativa dato che ci sono ad oggi migliaia di ONG che operano nel paese, senza alcuna regolamentazione specifica. Tuttavia, la nuova legge impone controlli molto rigorosi sul lavoro delle organizzazioni non governative straniere operanti nel paese e per tale motivo è stata molto criticata dalle istituzioni no-profit e dalla comunità internazionale.